Arceria storica sperimentale.
Archeoarcieri
Obiettivo principale è quello di ricostruire il gesto ormai perduto dell’arciere nelle varie epoche trattate, nei vari luoghi trattati e per le esigenze diverse in cui esso veniva impiegato; per far questo il punto di partenza è certamente rappresentato dall’elemento materico, dal reperto archeologico e dalla ricostruzione sperimentale di questo, tuttavia il semplice oggetto non è sempre sufficiente a spiegarci il suo utilizzo ecco perché risultano fondamentali i riscontri etnografici, l’analisi di fonti iconografiche dove queste siano presenti, l’analisi di aspetti culturali e sociali legati a questa figura, il confronto con le attuali tecniche di tiro considerando che l’arco non è certo uno strumento a noi sconosciuto e soprattutto moltissima pratica per mettere in atto le ipotesi considerate.
Dal punto di vista didattico procede in due direzioni: da un lato fornisce le basi per tirare in sicurezza e con una certa disinvoltura, dall’altra fornire le basi concettuali per essere parte attiva nel processo di sperimentazione, elaborare ipotesi e metterle in pratica pur nella consapevolezza di una loro natura incompleta ma tendente ad un sempre maggior grado di rigore e scientificità.
Teniamo quindi giornate di formazione in cui, oltre ad imparare l'utilizzo di archi preistorici e storici - e relative frecce - insegnamo la tecnica di costruzione di archi e frecce, impiegando strumenti moderni e/o ricostruzione di strumenti antichi (in selce, in rame, in bronzo etc.), insegnamo l'impennaggio e la produzione di colle preistoriche, la realizzazione di fili e corde in fibre vegetali (ortica, tiglio, lino etc.) e animali (tendine), la produzione di punte di freccia in osso e in selce (scheggiatura della selce), la costruzione di faretre in pelle e così via.
Tutte le tecniche sono frutto di anni di esperienza, di ricerca, di archeologia sperimentale e di dimostrazioni in vari ambiti preistorici e storici.